giovedì 29 marzo 2012

Noi non siamo il target

I mercati sono conversazioni.

Tutti i pubblicitari continuano, insistentemente, a parlare di target. Ormai la figura del target è praticamente scomparsa; sostituita da i momenti di vita. In pratica, prima dell'avvento di internet, nel periodo che viene definito moderno, tutte le persone si potevano riconoscere nel proprio lavoro, che ne generava la loro appartenenza sociale. L'importante era che gli individui avessero degli specifici comportamenti di consumo i quali erano fondati su su un insieme di valori e di atteggiamenti che generavano l'appartenenza ad un gruppo sociale.Per le marche era molto facile indirizzarsi verso le masse e concentrare la forza dei propri messaggi verso un pubblico più o meno indistinto.

L'avvento di internet e dei social network, ha cambiato radicalmente le cose. Con la possibilità di produrre contenuti dal basso, coloro che una volta erano considerati target, adesso diventano i veri protagonisti della comunicazione tra le marche e con le marche.

Tutto questo è reso evidente dal fatto che le persone non si riconoscono più nel lavoro che fanno, o per lo meno, non è il solo mezzo per stabilire l'identità di una persona. L'individuo postmoderno è caratterizzato da una molteplicità di sfaccettature che lo colloca in una posizione unica e inimitabile. Nella società postmoderna, è l'individuo che sceglie chi voler essere e per quanto tempo. In pratica, si può tranquillamente essere un impiegato delle poste la mattina e un punkettaro la sera (anche solo per un periodo limitato). 

E allora la domanda sorge spontanea: Perche i pubblicitari continuano ancora a parlare di Target?






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